venerdì 9 maggio 2008

Basta solo scegliere

Mi piacerebbe che il mondo fosse abitato da uomini e donne vere. Con la schiena diritta!
Mi piacerebbe che io per primo e che intorno a me ci fossero uomini e donne QUERCIA, capaci di stare diritti di fronte ai potenti e prepotenti di turno. Vorrei uomini e donne amanti della verità, che la cerchino e la perseguino.
Abbiamo bisogno di gente impegnata, che cerchi il modo giusti per ritornare ad educare e a tirar fuori il meglio che c'è in ognuno di noi.
Gente che sappia leggere la vita e sappia darne un senso ed una illuminazione. Gente non paurosa ma coraggiosa, abitata da un fuoco capace solo di riscaldare e infondere forza e coraggio.
Un fuoco capace di mettere in fuga tutto il male ed il marcio che c'è in giro.
Io so' che questo è possibile realizzarlo!
Questo realizzerò. Ovviamente il mio sarà solo un piccolo contributo se resterà solo. Ma se ognuno di noi facesse suo questo impegno universale...quanto cambierebbe!
E' a portata di mano: basta solo scegliere!

giovedì 8 maggio 2008

La voce di un profeta

Publico alcune parole sui cristiani in politica di Don Tonino Bello che ci ha lasciati troppo presto.
La sua lungimiranza si nota tantissimo in questo scritto del 1987 (21 anni fa!). Da allora troppo poco è cambiato, troppo poco noi cristiani ci siamo messi davvero in gioco. Troppo poco gli uomini hanno servito con onore gli altri uomini.


Come vede la presenza dei cristiani nel sociale e nel politico?
Anzitutto, non solo sono convinto di quanto afferma la Gaudium et spes, che parla della politica come di “un’arte nobile e difficile”, ma condivido in pieno l’espressione di Paolo VI, il quale afferma che “la politica è una maniera esigente di vivere l’impegno cristiano al servizio degli altri”.
Penso, pertanto, che il credente, oggi più che mai, debba accettare il rischio della carità politica, sottoposta per sua natura alla lacerazione delle scelte difficili, alla fatica delle decisioni non da tutti comprese, al disturbo delle contraddizioni e delle conflittualità sistematiche, al margine sempre più largo dell’errore costantemente in agguato.
Il cristiano, in pratica, imbocca la Gerusalemme-Gerico; non disdegna di sporcarsi le mani; non passa oltre per paura di contaminarsi; non si prende i fatti suoi; non si rifugia nei suoi affari privati; non tira diritto per raggiungere il focolare domestico, o l’amore rassicurante della sposa, o la mistica solennità della sinagoga. Fa come fece il buon Samaritano, per il quale san Luca usa due verbi splendidi: “Ne ebbe compassione” e “gli si fece vicino”.
È un mestiere difficile, non c’è dubbio. Non solo perché richiede la coscienza dell’autonomia della politica da ogni ipoteca confessionale e il riconoscimento della sua laicità. Ma anche perché deve evitare la tentazione, sempre in agguato, dell’integralismo: diversamente si ridurrebbe il messaggio cristiano a una ideologia sociale.

In concreto, come si caratterizza l’azione politica del credente?
Il cristiano che fa politica deve avere non solo la compassione delle mani e del cuore, ma anche la compassione del cervello. Analizza in profondità le situazioni di malessere. Apporta rimedi sostanziali sottratti alla fosforescenza del precariato. Non fa delle sofferenze della gente l’occasione per gestire i bisogni a scopo di potere. Paga di persona il prezzo di una solidarietà che diventa passione per l’uomo. Addita in termini planetari e senza paure, i focolai da cui partono le ingiustizie, le violenze, le guerre, le oppressioni, le violazioni dei diritti umani.
Sicché, man mano che il cristiano entra in politica, dovrebbe uscirne di pari passo la mentalità clientelare, il vassallaggio dei sistemi correntizi, la spartizione oscena del denaro pubblico, il fariseismo teso a scopi reconditi di dominio.
Utopie? Forse. Ma così a portata i mano, che possono finalmente diventare “carne e sangue” sull’altare della vita.
(27 febbraio 1987)

mercoledì 7 maggio 2008

Chi è chiamato a governare

Chi è chiamato a governare dovrebbe sapere per prima cosa che il suo è un servizio!
Chi è chiamato a governare dovrebbe sapere che è un servo di tutti i cittadini, che fornisce un servizio affinchè tutti stiano meglio.
Non è un compito facile e proprio per questo non tutti possono esserne all'altezza.
Chi governa dovrebbe essere come un eroe.
Nel nostro paese Italia, ci sono molti che hannoavuto e che hanno l'onore e la dignità per farlo.
Ma molti, troppi non ne hanno la dignità. Molti sono addirittura condannati dalla legge!
Sono settanta i ocndannati che troverete aggiornati al lato nel blog.
Settanta fuorilegge - perchè giudicati tali dalla legge - dovrano fare le leggi per noi, per i cittadini onesti.
Certo si può sbagliare, umanamente va compreso e mai condannato definitivamente a livello di dignità. Ma da qui a pretendere di rappresentare gl italiani ce ne assa!
Mi sembra un pò inaccettabile e stonato essere governati da gente condannata dalla giustizia.
Molti italiani forse non lo sapevano neanche quando li hanno votati, molti non lo sanno ancora. Ecco perchè informare è un arma potente e da attivare subito.
Prendiamoci la nostra dignità di italiani, di cittadini, di uomini.