Ho seguito, anche su vari blog tutta la vicenda del Papa che ha attirato la nostra attenzione in questi ultimi giorni. Ho avuto modo di ascoltare ed ora, visto che sono anche un teologo, vorrei dire la mia umile opinione, sperando di aprire uno spiraglio di dialogo con quanti vorranno. Per prima cosa voglio chiarire che ogni cristiano sta con gli uomini abitualmente, quotidianamente, ferialmente. Una persona è davvero cristiana quado non opera una fuga dal mondo ma quando si sente parte di esso e della storia. Quando sa condividere con gli altri uomini il bene ed il male che esso contiene. Dunque non è valida ne più accettabile una separazione tra "chiesa e mondo", "cristiani e uomini!", "credenti e non credenti". Lungo l'arco della storia questo statuto del cristiano spesso è stato disatteso e si è giunti fino a creare e a pensare un dio contro l'uomo e nemico dell'uomo.
Il cristiano dunque è chiamato (se vuole prendere sul serio la sua vocaione ed il suo Signore) a raggiungere l'uomo là dove egli è, anche nello spazio del suo peccato e del suo rifiuto di Dio. Deve saper incontrare l'uomo con simpatia e con amore, perchè "Cristo morì per noi mentre, noi eravamo peccatori" (Rm 5,8) e "Ci ha riconciliati con Dio mentre noi eravamo nemici" (Rm5,10). Dio in Gesù ha spezzato la logica dell'inimicizia e così i cristiani dimostrano di seguirlo quando abbattono ogni barriera,ogni muro ed ogni frontiera.
Quando invece i cristiani usano un linguaggio discriminante,un linguaggio che fa pesare all'altro la propria diversità mettendolo a disagio giungendo fino a giudicarlo, allora domina una logica contraria al vangelo e a Dio narrato nel vangelo.
I nemici li creiamo sempre noi con i nostri "regimi della verità", con le nostre brame di sicurezza e di onnipotenza e con la nostra non accettazione della debolezza e della fragilità proprie di chi appartiene alla terra.
Allora ecco che i cristiani si creano dei nemici, iniziano a demonizzare gli altri mentre la logica che ci ha insegnato Gesù e' ben altra. Egli ci ha insegnato con l'esempio e la parola a chiderci non chi è il mio nemico ma "Di chi sei prossimo? a chi ti fai vicino?" e non : "Chi è lontano da me e chi è il mio avversario?"
L'altro, gli altri mi sono prossimi quando mi avvicino a loro; mi diventano lontani quando io li emargino (cfr Lc 10,29-37)!
Così sono preclusi ai cristiani tutti gli atteggiamnti di arroganza e di pretesa che li porterebbero a voler guidare con autorità il cammino degli uomini e li indurrebbero a creare forzatamente la logica dell'alleato, dell'amico e del nemico nel vissuto della storia.
Alla fine quindi il vero cristiano è uomo di dialogo. Oggi deve essere ancora possibile quello che scriveva Luca ai cristiani di Gerusalemme : "essi godevano la simpatia di tutto il popolo" (At 2,47; 4,33). Si, il cristiano ed i cristiani sono esperti di comunicazione con gli uomini, con i loro progetti e la loro cultura, testimoni di una condotta bella. Solo da una simile condotta può sbociare spontaneamente la simpatia...
Bene ha fatto Benedetto XVI a non insistere. Male han fatto i ragazzi vietando ad un esponente di un pensiero diverso di non potersi esprimere. Male hanno fatto perchè la vera laicità è garanzia di libertà per tutti, sempre! Male fanno quei cristiani che inneggiano in questi giorni a sentimenti di rivalsa, di orgoglio e arroganza, che organizzano manifestazioni di orgoglio e di dimostranza che servono logiche mondane ma che di certo non onorano la fedeltà al Vangelo ed all'unico Signore Gesù Cristo.